Il cohousing, o residenza collaborativa, è uno spazio residenziale in cui abitazioni private di singoli nuclei coesistono con strutture, spazi e servizi condivisi (per fare solo qualche esempio: zona verde, biblioteca, sala per incontri, officina per piccole riparazioni e bricolage, foresteria, servizi alla persona, car sharing ecc.).
Questo modello abitativo, nato in Scandinavia negli anni ‘60 si è poi diffuso in vari paesi e nell’ultimo decennio è un fenomeno in crescita anche in Italia.
Tale organizzazione degli spazi è in grado di favorire momenti di vita partecipativa, sociale e di reciproco aiuto, pur mantenendo la totale autonomia dell'individuo dal gruppo. Il cohousing permette di compiere scelte virtuose dal punto di vista ambientale e sociale e, non ultimo, di risparmiare.
Dal punto di vista economico infatti sono fondamentali le economie di scala. Avere una casa in cohousing significa ottenere maggior qualità (architettonica, edilizia, impiantistica) e la presenza di molti spazi comuni senza subirne il costo maggiore. Ma anche l’acquisto di altri beni e servizi ha gli stessi vantaggi determinati dell’acquisto di “gruppo”: gli arredamenti, i beni strumentali, quelli di uso quotidiano.
Da non trascurare infine le ricadute ambientali, dovute al risparmio energetico, alla qualità edilizia (bioedilizia, classe energetica elevata), all’uso consapevole delle risorse.