Presentiamo:
"SENZA CHIEDERE IL PERMESSO. IL MONDOBASTARDO"
(124 pagine, End edizioni) il libro dell'attivista curda Ezel Alcu, rifugiata politica in Italia dal 2009 e già protagonista del fumetto di Zerocalcare "Kobane calling"
Nel libro si alternano brani in prosa, poesie e fotografie, immagini dal Kurdistan, da Torino e dalla Val di Susa. La prefazione è di Zerocalcare.
"E' un libro - si legge nella presentazione - in cui risuonano diverse voci, parole che sono espressione della personalità dirompente e contraddittoria dell'autrice, ma che riportano anche altre voci, quelle di luoghi lontani dove si combatte una guerra lunghissima e infinite battaglie, sanguinose e drammatiche. Ezel Alcu non racconta solo la lotta contro il genocidio perpetrato dalla Turchia contro i curdi o la violenza dell'Isis, ma mette anche a nudo i suoi sentimenti più intimi, la sua struggente tenerezza verso il suo popolo, la sua famiglia e la sua casa".
Il suo passato è già storia: il primo carcere a 13 anni, in Turchia, la paura e la solitudine, è lì che la sua storia di attivista ha inizio. “Quando a 13 anni ho lanciato quella pietra al poliziotto nella mia testa non c'era una convinzione politica, cercavo solo di fermarlo mentre cercava di portare via una parte della mia famiglia. Mi hanno mandata in accademia, che è il modo che abbiamo noi di chiamare il carcere; accademia perché in carcere ho imparato, come molti altri, a che cultura appartengo e qual è la mia terra. Prima del carcere parlavo turco, solo dopo ho iniziato a parlare la mia vera lingua: il curdo. Quando ho lanciato la seconda pietra, dopo 6 mesi di prigione, posso assicurarvi che il bersaglio l'ho centrato, spinta dalla convinzione politica che era cresciuta in me ”.