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Mercoledì 01 Giugno 2022
Ore 17:45
ANNULLATA
Dal 1° al 17 Giugno
Fotografie di Matteo Biatta
(negli Ospedali del Togo e del Benin)
con riflessioni di Piero Buffa, medico volontario
clicca qui per scaricare la locandina
Afagnan e Tanguiéta sono divise da 700 chilometri e si trovano in due stati diversi dell’Africa occidentale, Togo e Benin, ma c’è un filo che le unisce: gli Ospedali costruiti sul finire degli anni sessanta dal Fatebenefratelli. L’ospedale di Afagnan(sud del Togo) venne inaugurato nel 1968, quello di Tanguiéta (nord del Benin) solodue anni più tardi, e da allora nelle due strutture vengono curati centinaia di pazienti all’anno; costituiscono gli unici punti di riferimento per popolazioni che, in alternativa,non avrebbero altra soluzione che affidarsi a stregoni di villaggio.
Vedremo il caso di Rashid, bambino idrocefalo, su cui è stato eseguito un intervento per l’impianto di una valvola all’età di quattro mesi, mentre in Europa quest’intervento viene eseguito in tempi molto più rapidi. Insieme a lui incontreremo pazienti che vengono operati e curati per patologie che in Europa sono state debellate da decenni o, addirittura, non sono mai esistite.
Le apparecchiature ospedaliere sono spesso obsolete, scarti provenienti da strutture europee e già mantenere un’accettabile condizione igienica tra i pazienti è una sfida quotidiana.I grandi giardini che caratterizzano entrambe le strutture non sono un ornamento, ma una necessità: i pazienti accompagnano al pronto soccorso il loro familiare e gli vivono accanto per tutto il periodo della degenza. Arrivando, spesso, da villaggi distanti centinaia di chilometri con mezzi di fortuna e trovandosi in condizioni di povertà assoluta, questa è l’unica soluzione disponibile. Tra loro ci sono cristiani e musulmani che convivono senza nessun attrito, affratellati dalla situazione di estrema difficoltà in cui vivono, condizione spesso inimmaginabile nel nostro continente.
Matteo Biatta ha trascorso tra queste persone ventisei giorni, fotografando interventi chirurgici, reparti di degenza, terapie intensive e trascorrendo del tempo con i parenti che vivevano sotto un folto gruppo di manghi, nel cortile dell’Ospedale di Tanguiéta. Attraverso le immagini faremo un viaggio per scoprire l’incredibile dignità con la quale affrontano la malattia, senza cedere alla rabbia ma cercando una sempre nuova speranza di un domani senza dolore.